FONDAZIONE PAPA PAOLO VI: QUAL E' IL FUTURO DEGLI OPERATORI? TRA IL CALO DELL'UTENZA, LA CHIUSURA DEI CENTRI, E UNA GESTIONE TOTALMENTE INCERTA
Lo scorso giugno 2018 l’Unione Sindacale di Base entra nella Fondazione Papa Paolo VI, una Onlus accreditata col Servizio Sanitario Nazionale che vede alla propria presidenza l’Arcivescovo di Pescara-Penne, Mons. Valentinetti. La Fondazione esercita attività di riabilitazione per minori e adulti con disabilità fisica, psichica, sensoriale o mista e che necessitano di presa in carico globale da parte di un’equipe multidisciplinare. Svolge le proprie funzioni attraverso servizi socio-assistenziali nelle proprie strutture presenti a Pescara e provincia, Chieti e in provincia de L’Aquila.
La qualità riabilitativa e l'alta professionalità dei dipendenti ha fatto si che la Fondazione si espandesse sempre di più, con lo scopo di soddisfare le richieste degli utenti.
Oggi invece, la qualità del servizio è scesa drasticamente. Sempre più frequenti sono le lamentele da parte dell’utenza. Cos’è cambiato?
Negli ultimi due anni molti dipendenti sono stati costretti a rivolgersi all'ispettorato del lavoro perché vittime di procedimenti disciplinari non meritati, alcuni hanno subito addirittura minacce di licenziamenti o trasferimenti non congrui.
Un accordo PEGGIORATIVO in riferimento al contratto nazionale (CCNL ARIS 2012),sul tema della"Mobilità interna del personale”, ha portato a trasferimenti e demansionamenti unilaterali, mancando di rispetto alla legge in materia, ignorata durante tutto il percorso della contrattazione. Inoltre i carichi di lavoro eccessivi e il mancato rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro hanno ulteriormente messo in crisi la situazione dei lavoratori e della Fondazione stessa.
Il futuro della Papa Paolo VI ci preoccupa, il calo dell’utenza e la chiusura di diversi centri, mette i lavoratori in pericolo.Gli stessi operatori, che da sempre sono il cuore dell'Ente,hanno scelto infine di unirsi all’USB, che anche se è un sindacato non firmatario del contratto, resta l’unico strumento per cercare di ripristinare un’adeguata organizzazione tecnico-amministrativa.
Siamo tra le organizzazioni sindacali più rappresentative, ma nonostante questo,dall’estate del 2018, la direzione ci nega un confronto mirato a cercare soluzioni per il miglioramento delle condizioni di lavoro, ignorando ogni nostra richiesta d’incontro e ogni nostra segnalazione sui mancati rispetti del CCNL applicato. Ciononostante, si continuerà a richiedere un dialogo alla direzione e si faranno le osservazioni critico-costruttive su tutti gli aspetti contrattuali e legislativi che la Fondazione sistematicamente trasgredisce ormai da due anni.Riteniamo però che sia arrivato il momento di rompere il silenzio su questa vergognosa situazione, aggravata ulteriormente dal silenzio dell’alta carica religiosa a capo dell’ente. La speranza è che l’Arcivescovo non abbia dimenticato le parole di Papa Francesco, il quale ha recentemente ricordato l’importanza della dignità e del rispetto del lavoro e dei lavoratori.
Di seguito le informazioni a noi pervenute sui Centri della Fondazione Papa Paolo VI:
• TABOR: il centro chiude e viene messo in vendita, recentemente riaperto.
• VIAPESARO: chiuderà, le attività del centro saranno prima trasferite al Centro Adriatico, poi al centroTabor.
• RAIANO: la splendida struttura di Raiano oggi è su tutti i giornali, chiuderà?
• CIVITAQUANA: è stata chiusa;
• PENNE: chiude? poi riapre !?!
Intanto la stampa ci informa del progetto per la costruzione di un nuovo edificio.
Nel link alla nostra pagina facebook, Luigi Iasci, Coordinatore USB Abruzzo, fa una panoramica della situazione: