#IOSONODEBORA: RACCOLTE 1000 FIRME IN SOLIDARIETA' ALLA MADRE DI FAMIGLIA SOTTO SFRATTO DAL COMUNE DI LANCIANO

Lanciano -

Ricordate l'assurda storia di Debora?

Una cittadina lancianese, divorziata con un figlio a carico ed una signora anziana gravemente invalida da accudire, si trova sotto sfratto da parte dell’ ufficio politica della casa del Comune di Lanciano. Dietro questo provvedimento si nascondono delle gravi mancanze dell’Assessorato alla Casa della città.

Invece di trovare una soluzione e porre rimedio tempestivamente all'errore commesso, la Dirigente del settore e l' Assessore Verna hanno continuato a nascondersi in un rovo burocratico evitando di affrontare di petto una grave emergenza abitativa.

In sostanza, il settore casa dell'ente pubblico avrebbe dovuto effettuare come da prassi la voltura del contratto dall' ex marito a Debora, dopo la separazione dei due coniugi.

Ora questa famiglia vive costretta ad aspettare la #sentenza di un giudice (che arrivera` a breve). Una spada di Damocle per loro, gia` in difficolta` economica, quando per risolvere questa situazione grottesca sarebbe bastato ritirare il provvedimento e riparare all'errore commesso.

 

Dopo alcuni incontri infruttuosi, negli ultimi due mesi abbiamo attivato una campagna solidale verso Debora ed i suoi cari.

Attraverso una petizione online e tanti banchetti e volantinaggi organizzati nella citta`, dal centro ai quartieri popolari, abbiamo raggiunto le 1000 firme raccolte, cartacee e digitali.

La dimostrazione d'affetto e la vicinanza dimostrata dai lancianesi, a partire dagli studenti della citta`, hanno dato a Debora la forza per continuare a lottare e rappresentano un segnale che non puo` passare inosservato.

 

La solidarieta` e` un'arma potente nelle mani di chi vive situazioni difficili, ci fa sentire meno soli, restituisce senso e forza alla comunita`.

Tutti facciamo difficolta` ad arrivare alla fine del mese, tutti facciamo difficolta` a costruirci una vita autonoma, a mantere una famiglia, a vedere un futuro sereno.

Siamo davvero tutti Debora. Uniamoci, mettiamoci la faccia come ha fatto lei, non ci resta altro per riprenderci tutto quello che ci hanno tolto.