ISPEZIONE DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE AL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA
Abbiamo appreso, da varie fonti, che lunedì e martedì di questa settimana c’è stata una ispezione della Direzione Protezione Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente presso la sede operativa e quella legale del Parco Nazionale della Majella a Sulmona e Guardiagrele, condotta da un dirigente e due funzionari del Ministero.
L'ispezione è con tutta evidenza conseguente alla segnalazione e alle iniziative condotte di recente dal sindacato USB e da una dipendente dell’Ente cui è stato di recente sottratto l’ufficio in maniera illegittima e, per quelle che sono le notizie frammentarie a disposizione, ha riguardato diverse problematiche, fra le quali i compensi percepiti dal vecchio direttore facente funzione Di Nino, gli affidamenti illegittimi di incarichi ad avvocati del libero foro, le numerose determinazioni del direttore con cui sono stati soppressi uffici, distribuiti incarichi e competenze, fino ai contributi distribuiti a simpatia ad associazioni e Comuni amici, tutti comunque indicati nella segnalazione che la USB ha inviato ai competenti organi di controllo.
La visita della delegazione ministeriale è stata tenuta segreta a tutto il personale fino al secondo giorno a Guardiagrele, tanto che i funzionari ministeriali si sono lamentati pubblicamente del fatto che hanno incontrato solo sette dipendenti alla Badia di Sulmona, evidentemente preavvisati e facenti parte del gruppo di “volenterosi” che hanno avuto parte attiva e vantaggi dall’attuale gestione, perché gli altri dipendenti erano stati tenuti totalmente all’oscuro di tutto.
Se come dice il proverbio “il buongiorno si vede dal mattino” allora vuol dire che la direzione affidata in maniera provvisoria a un dipendente sulla base degli esiti di un concorso interno totalmente illegale, sul quale il sindacato USB sta proponendo istanza al tribunale di Sulmona per l’annullamento, continua ad operare con gli stessi sistemi adottati in questi anni dal suo predecessore, in accordo con l’ex Presidente Iezzi e con il Consiglio Direttivo del Parco, che tanti danni hanno prodotto e continuano a produrre all’Ente, sia in termini di legalità che di gestione, anche del personale.
Certo non possiamo dire che le modalità con cui si è svolta la missione ministeriale non sia stata meno irrituale, con i dipendenti della sede dell’Ente Parco di Guardiagrele convocati all’ultimo minuto e sentiti senza preavviso alcuno, davanti a tutta la platea, quasi in forma assembleare, costituita dal direttore f.f. e suoi collaboratori, che talvolta fornivano informazioni reticenti, anche perché non era presente il responsabile amministrativo dell’Ente, o addirittura false!
A detta delle informazioni riferiti dai presenti, la visita di questi giorni è solo l’inizio anche perché, riprendendo alcuni commenti delle parti in causa, le carte ci sono e alcune delle irregolarità e degli abusi, da noi segnalati, sono stati riscontrati; ci auguriamo che a questa prima ispezione ne seguano altre, magari condotte in forma più appropriata, ascoltando anche tutti coloro che in questi anni hanno subito discriminazioni, decurtazioni immotivate del salario accessorio, emarginazioni ecc. e che riescano a portare alla luce e porre rimedio ai numerosi atti illegittimi che da anni caratterizzano la gestione del Parco Nazionale della Majella che la USB ha segnalato e documentato in tutti questi anni e su cui continuerà la sua battaglia di trasparenza e di ripristino della legalità anche attraverso iniziative legali.
USB Pubblico Impiego Abruzzo