La strage di lavoratori continua: 37enne sepolto vivo in un cantiere a Lanciano. Potenziare i controlli e introdurre il reato di omicidio sul lavoro

Lanciano -

Nella mattina è avvenuto l’ennesimo decesso di un lavoratore. È accaduto a Lanciano dove Ivan Rosalia, operaio 37enne di Agira (Enna), è rimasto sepolto vivo in uno scavo profondo più di tre metri nel cantiere per la costruzione del metanodotto Larino-Chieti, nel tratto tra Marcianese e Torre Marino.

USB denuncia da anni la mancanza di controlli adeguati e preventivi nei luoghi di lavoro ma i governi, a parte qualche proclama, non hanno fatto nulla per fermare la strage che continua. È ora di lasciare da parte i proclami e le buone intenzioni per passare ad un’azione incisiva: potenziamento reale degli organi di controllo, controlli preventivi nei luoghi di lavoro, sopralluoghi dei cantieri prima del loro avvio ed intermedi durante esecuzione dei lavori, blocco dei cantieri e delle aziende che violano le norme, rafforzamento della figura del Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza (RLS) e soprattutto introduzione nella legislazione del reato di omicidio sul lavoro.

In Abruzzo i morti sul lavoro nel 2021 sono aumentati del 25% rispetto al 2020, dato che colloca la regione tra quelle più ad alto rischio, quindi la politica regionale ne prenda finalmente atto ed agisca in fretta.

I morti di lavoro non sono casuali e sono da ricondurre alla logica dello sfruttamento, del profitto a tutti costi a scapito della sicurezza e al sistema degli appalti, da rivedere completamente.

 

Fabio Cocco

Responsabile USB Lavoro Privato Abruzzo

Lanciano 16-10-2021