Parte male l’appalto assistenza domiciliare ASL Lanciano - Vasto – Chieti
L’appalto di assistenza domiciliare (ADI) della ASL n. 2 Lanciano - Vasto - Chieti è passato di mano a febbraio alla Domys Cure Domiciliari e come al solito chi paga sono i lavoratori che riscontrano incongruenze e criticità.
Appena avvenuto il passaggio abbiamo richiesto un incontro all’azienda e pazientemente abbiamo atteso una loro convocazione che però non ancora arriva. Altre organizzazioni sindacali sono state ricevute ma l’USB è stata esclusa e questo non è accettabile, qualsiasi sia la motivazione.
I problemi che riscontrano i lavoratori sono diversi e tra i tanti segnaliamo i seguenti:
- Ai fisioterapisti non viene retribuito il tempo di spostamento dall’abitazione di un utente a quella del successivo da assistere;
- Un notevole ricorso agli straordinari con casi di violazione di orario di lavoro: da contratto è di 38 ore settimanali ed un massimo di 10 ore di lavoro straordinario settimanali con un tetto annuo possibile di 100 ore + 50 se vi sono comprovate motivazioni organizzative, previo accordo con RSA sindacali.
- L’utilizzo della banca ore (flessibilità) che è prevista nel CCNL ma penalizza le retribuzioni mensili dei lavoratori.
- Rimborsi inadeguati agli operatori che non hanno mezzi aziendali e usano il mezzo privato negli spostamenti per svolgere le attività assegnate e per cui riteniamo necessario un adeguamento e la copertura di una assicurazione casco.
- La mancanza di una bacheca sindacale online che permetta una adeguata informazione ai lavoratori.
L’USB è disponibile ad un confronto serio e trasparente con l’azienda ma non rimarrà ferma in balia degli eventi. Qualora non verremo convocati dalla Domys a stretto giro percorreremo altre strade per tutelare gli interessi degli iscritti e di tutti i lavoratori.
Ricordiamo che da 2 anni l’inflazione ha falcidiato i salari viaggiando ad oltre il 10% e i lavoratori dovrebbero discutere di come incrementarli e non del contrario.
A tal proposito la nostra organizzazione ha già proclamato uno sciopero generale nazionale per il 26 maggio contro le politiche economiche che si basano sulla moderazione salariale e per chiedere aumenti generalizzati di 300 euro mensili per tutte le categorie di lavoratori: dati ILO (organizzazione ONU) certificano il calo del potere di acquisto dei salari italiani del 12% dal 2008 al 2022, unico caso in Europa.
È ora di invertire la rotta e le aziende devono rendersi conto che tirare troppo la corda non conviene.
Coordinamento USB Lavoro Privato Chieti/Pescara
Chieti, 28.04.2023