Soccorso: VVF contro CNSAS, una battaglia inutile
Non molto tempo addietro questa sigla sindacale pubblicava una nota dal titolo “Soccorso: VVF contro CNSAS – una battaglia inutile” nella quale sostanzialmente veniva rimbrottato un’altra sigla sindacale che si scagliava contro il CAI (CNSAS). L’intenzione era stemperare gli animi per addivenire a quella forma di collaborazione costruttiva tra VVF e CNSAS a vantaggio della comunità, a vantaggio del popolo che paga le tasse.
Invece è del 14 settembre u.s. una nota del Presidente del Soccorso Alpino Speleologico Abruzzo (SASA) che si fa latore presso gli organi di governo per sollecitare una presunta “esclusività” del CNSAS ad intervenire nel soccorso in ambiente impervio ed ostile e questo dopo un soccorso avvenuto in provincia di Pescara il 20 agosto 2020.
Non tanto come sindacato USB ma più di tutto come cittadino questo atteggiamento non solo amareggia ma delude profondamente. E allora vediamo di raccapezzarci un poco…
Nella nota del Presidente della SASA Abruzzo, nella speranza forse di millantarne i contenuti, cita vari articoli di legge. Cita per esempio il famoso articolo 74 della Legge 21 marzo 2001 dal titolo, badate bene, “Disposizioni per favorire l’attività svolta dal CNSAS”: favorire! L’Art. 1 della citata legge infatti riconosce il servizio di pubblica utilità del CNSAS ma al contempo “restano ferme le competenze e le attività svolte da altre amministrazioni (ovvero i VVF) o organizzazioni operanti allo stesso fine”. È palese come il legislatore nel dare spazio al CNSAS di certo non ha abolito le strutture dello Stato che operano allo stesso fine. E tanto basterebbe a dirimere ogni controversia in merito l’intervento del 20 agosto u.s..
Anche la Regione Abruzzo riconosce le potenzialità del CNSAS di “effettuare gli interventi … in stretta collaborazione del Sistema di urgenza ed emergenza medica (SUEM) del Servizio sanitario nazionale” orbene in Abruzzo non esiste solo il CNSAS ma anche il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e il gruppo Speleo Alpino Fluviale (SAF) dei VVF oltre ai loro sommozzatori. A questo punto va anche bene “favorire” il CNSAS ma visto che il popolo paga le tasse per avere degli Enti di Stato che, in ragione del loro compito già svolgono tale servizio, piuttosto che di un gruppo di “volontari” che possono o debbono assentarsi dal loro “vero” lavoro, perché non utilizzare questi? Alla Regione oltre alle spese per un servizio di elicotteri privato (e in Abruzzo ne abbiamo da vendere di elicotteri) quanto costa “favorire” il CNSAS? Ma lasciamo perdere, si scherza su …
Duole vedere la solerzia con cui si riportano le norme di legge in favore del proprio operato senza però aver mai avuto notizia di prevenzione infortuni nelle attività come chiesto dal comma 3 della legge 74/2001 poi ripreso al comma 1 lett. e) del BURA. Non risulta per esempio aver impedito a quattro sciocchi escursionisti salire fin sopra il Corno Grande senza avere la benché minima idea di come ridiscenderne o aver impedito si entrasse in grotta con palesi condizioni meteorologiche avverse … a quale titolo potrebbe infatti il CNSAS impedire che si svolgano certe attività non avendo nessuna qualifica men che meno quella di agente di pubblica sicurezza? Ma non stiamo qui a cavillare dai, si fa per dire …
Or dunque, bando alle ciance, andiamo all’intervento in questione: il giorno 20 agosto giunge alla centrale operativa VF115 la richiesta della stazione dei Carabinieri competente per territorio di intervenire per un soccorso a persona con parapendio caduto nei pressi di Tocco da Casauria (PE).
Al di la delle discutibili informazioni riportate dal Presidente della SASA la dove parla di “giunti sul luogo dell’incidente con ritardo”, al di là della sua capacità in merito la valutazione tecnica sull’intervento laddove parla di “vani tentativi di recupero” – questioni queste per le quali i soggetti interessati vedranno che posizioni prendere – al di là di ogni irragionevole richiesta formulata dal presidente della SASA, dott. Daniele Perilli; la nota appare non solo paradossale ma anche denigratoria oltre in ogni limite, giacché l’uso di aggettivi o verbi quali “bontà loro”, “finalmente”, “affinché non abbia più a ripetersi”, “si badi bene” ecc. tentano di porre l’accento su presunte incapacità del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che non possono e non debbono proseguire oltre. L’arroganza traspare nelle mezze frasi o nell’uso di quel tono saccente che non può che portare allo scontro. Appare oltremodo inopportuna specialmente a seguito del rimbrotto che questa sigla sindacale ha rivolto all’altra sigla per ragioni simili ma opposte quasi a volerla usare.
Il CNSAS è un’associazione di volontari che, al di la del riconoscimento di legge affinché ne sia “favorito” l’impiego, non può e non deve sovvertire quello che lo Stato garantisce in ragione di un servizio nazionale che non solo supera il CNSAS ma ne è sovrastruttura. Stiamo scherzando? Se ne facciano una ragione il presidente e tutti i volontari.
Quella del presidente della SASA pare la guerra dei poveri: la paura di perdere la quintessenza del “volontariato”. Chi ci perde se due strutture (un Ente di Stato e un’organizzazione di volontari) chiamati a svolgere un servizio simile vanno allo scontro? Dott. Perilli è questo che vuole?
Ritengo doveroso dunque non solo moderare i toni ma costruire un ponte che unisca e favorisca la cooperazione. La stessa collaborazione che il BURA esorta alla lettera e) dello stesso articolo riportato dal Presidente dott. Daniele Perilli. Un ponte per esempio per la costituzione di un gruppo di lavoro per redigere un protocollo d’intesa tra VVF, SAGF, CNSAS, SSUEM, ecc. che vada ad incidere sulle modalità d’uso del mezzo aereo sanitario in attesa di una soluzione riguardo al pagamento delle prestazioni inappropriate e/o immotivate perché per raggiungere una persona con le scarpe rotte (intervento del 21/09/2020) o i malcapitati quanto irresponsabili escursionisti sanissimi che, semplicemente, non “sapevano scendere” dal Corno Grande (intervento del 22/02/2020), non serve l’intervento di un elicottero medicalizzato.
Perché poi non si arrivi a patirne le conseguenze questa sigla sindacale ritiene doveroso sollevare forti dubbi sulla L.R. 27/12/2016 n. 42, legge per fortuna bloccata ma fatta senza prendere in considerazione nessun Ente di Stato tanto meno il CNVVF. Legge regionale che pare sia fatta ad arte proprio per questo.
per il Coordinamento Provinciale USB VVF Pescara Antonio Di Lizia |